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Disturbi d'ansia

Cos'è l'ansia, tipi di ansie

E’ importante e utile innanzitutto delineare i confini che distinguono i disturbi d’ansia veri e propri, dalle “ansie” generiche, quelle che ogni persona, nell’arco della sua vita, si trova a sperimentare e a dover affrontare.

Secondo una ricerca portata avanti da World Mental Health Survey, una persona su quattro ha sofferto o soffre attualmente di un disturbo d’ansia (Kessler et al., 2007).

 

L’attuale Manuale Diagnostico e Statistico (DSM-5), punto di riferimento nella clinica dei disturbi che rientrano nella sfera d’interesse degli psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, rileva sette tipi di ansia:

  • Disturbi d’ansia da separazione

  • Mutismo selettivo

  • fobia specifica

  • Disturbo d’ansia sociale,

  • Disturbo di panico

  • Agorafobia

  • Disturbo d’ansia generalizzata

Cause dell'ansia

Le possibili cause dell'ansia sono diverse e complesse e si iscrivono sempre nella storia di quell’individuo particolare. Inoltre molto spesso le cause non sono isolate né univoche: è al contrario comune che più fattori si accumulino e sovrappongano finendo per co-determinare un disturbo d’ansia. Vediamone alcune.

  • Fattori genetici: una persona che nasce in un contesto in cui vi è familiarità con il disturbo d’ansia, ha più probabilità di svilupparla a sua volta, rispetto a chi nasce da una famiglia in cui nessun membro ha una diagnosi di questo tipo.

  • Eventi traumatici singoli o cumulativi: abusi, violenze, ma anche incidenti o perdite improvvise e inattese, esitano spesso in disturbi anche molto gravi, in cui una quota più o meno elevata di ansia difficilmente è assente.

  • Fattori ambientali: l'esposizione eccessiva a sostanze chimiche tossiche, ma anche l’abuso di caffeina, nicotina e alcool, possono causare reazioni d’ansia, o aumentarla laddove fosse preesistente.

  • Stress reiterati come un carico eccessivo di lavoro, problemi economici, relazionali, familiari in cui si sente di non esercitare alcun controllo, e poi pressioni, incertezze o preoccupazioni legate al futuro possono scatenare reazioni ansiose.

  • Cambiamenti ormonali principalmente nel periodo puberale o della menopausa.

  • Altri disturbi legati alla salute mentale, come i disturbi dell’umore sono spesso associati a disturbi d’ansia.

  • Problemi medici: malattie organiche più o meno gravi, che riguardano se stessi o i proprio cari, possono causare gravi preoccupazioni che sfociano in disturbi d’ansia.

Come si manifesta l'ansia

​In generale l’ansia si manifesta attraverso una serie di sintomi fisici e psichici ben riconoscibili: eccessiva e immotivata preoccupazione, inquietudine, apprensione, paura (che può sfociare nella paura di morire e impazzire), depersonalizzazione e derealizzazione, agitazione, battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremori.

Il timore di avere un attacco di panico o di ansia, può portare il soggetto che ne soffre a evitare con ogni mezzo lo stimolo fobico o la situazione che immagina possa causargli ansia, finendo spesso per restringere notevolmente il proprio spazio di azione e modificando i propri comportamenti, andando dunque a influire sulla propria qualità di vita.

Differenze fra ansia "normale" e disturbo d'ansia

Differente dall’ansia clinicamente significativa, vi sono le ansie e preoccupazioni che fanno parte della vita di ogni persona e che devono inevitabilmente essere attraversate nel processo maturativo. Il bambino che viene lasciato da solo all’asilo, per esempio, si trova a fronteggiare l’ansia di separarsi dalla madre e dover comunicare e relazionarsi con maestre e compagni; il primo giorno di scuola, la recita di fine anno, la prima verifica o interrogazione, le gare e partite sportive.. successivamente colloqui di lavoro e situazioni difficili che implicano importanti decisioni: tutti esempi di eventi che inevitabilmente portano una quota di agitazione e preoccupazione nell’individuo che le affronta.

 

Dunque cosa differenzia l’ansia “normale” e comune dal disturbo d’ansia? Primariamente l’intensità e la capacità dell’individuo di affrontarla in modo adeguato. Infatti se il soggetto riesce ad attraversare e superare “indenne”, con gli strumenti che ha a disposizione, e ad adattarsi alla realtà senza soccombervi, allora non potremo parlare di disturbo d’ansia.

E’ importante infine sottolineare che non esistono eventi o situazioni che per definizione determinano sicuramente una reazione ansiosa, ma che la percezione di pericolo, paura e impotenza è sempre soggettiva e varia da individuo a individuo.

 

Dunque ogni domanda di terapia o di supporto psicologico per l’ansia è valida e deve essere presa in carico con serietà e professionalità, senza mai dare per scontato cause e conseguenze, ma al contrario raccogliendo con attenzione gli elementi particolari portati da quello specifico paziente in quel preciso momento della sua vita, nel tentativo di dare voce e ascolto alla sfera emotiva che soggiace le reazioni ansiose.

Ansia nei giovani

L’ansia è un disturbo sempre più diffuso, tanto nella popolazione adulta, quanto nei giovani e giovanissimi. Le richieste di interventi psicoterapeutici e di supporto psicologico nella clinica privata ma anche nelle scuole e nelle strutture che si occupano di salute mentale pubbliche, sono in constante aumento.

Il periodo della pandemia di Covid-19 ha fatto registrare un’impennata vertiginosa delle richieste di aiuto: l’isolamento forzato, la sensazione di incertezza e impotenza, la preoccupazione per il proprio futuro, l’impossibilità di confrontarsi con i propri pari, hanno fatto sì che un numero elevato di preadolescenti e adolescenti sperimentasse sintomi ansiosi e fobici di tale portata da dover richiedere l’intervento di un professionista della salute mentale.

Se il Coronavirus ha esacerbato le difficoltà e sfide che i giovani hanno dovuto affrontare, questi ultimi sono tuttavia da sempre considerati una popolazione particolarmente a rischio di sviluppare problematiche e disturbi, come esito di diversi fattori. Vediamone alcuni:

  1. Cambiamenti nella vita: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e dall’adolescenza alla vita adulta, porta con sé sconvolgimenti ormonali, fisici e psicologici. Il corpo che cambia, l’accesso alla sessualità e al rapporto con l’altro non più solo in termini amicali ma relazionali e romantici, può scatenare insicurezze, preoccupazioni di non essere pronti, non essere all’altezza o adeguati. Al giovane è poi richiesto, per la prima volta, di prendere importanti decisioni per sé e per il proprio futuro (che indirizzo di scuole superiori? quale corso di laurea? quale lavoro?), assumendosi tutte le conseguenze delle proprie azioni e scelte.

  2. Pressione sociale e familiare: alcuni giovani si trovano ad essere oggetto di alte aspettative familiari, che spesso assumono le caratteristiche di un riscatto che il genitore desidera per sé e che spera (o pretende) di realizzare attraverso il figlio. Un esempio purtroppo comune è l’ottenimento di ottimi voti a scuola e poi della laurea; capita sempre più spesso di leggere sui giornali di studenti delle scuole superiori o università che si tolgono la vita a seguito di una bocciatura o di un voto basso. Il timore di sfigurare, di non essere all’altezza delle richieste familiari, porta alcuni giovani a mentire (in alcuni casi anche per anni) circa il proprio andamento agli esami, portando avanti una narrazione positiva e lontanissima dalla realtà, che prima o poi è però destinata a sgretolarsi e crollare. Questo crollo, con tutte le conseguenze che porta con sé, è insopportabile e la vergogna di doversi mostrare fallibile e non uno studente impeccabile come i genitori richiedevano, porta alcuni di questi giovani ad una disperazione tale che l’unica via di scampo sembra loro il suicidio. Anche la società alimenta la pressione sui giovani, innalzando modelli irraggiungibili e utopici di performatività e successo e scoraggiando attività o valori che non includano alti tassi di produttività. Il gruppo dei pari può essere un ulteriore campo minato di pressioni, paragoni spietati, esclusione e allontanamento di chi non si conforma al modello assunto come valido.

  3. Social media: l'uso e l’abuso, sempre più diffuso, dei social media e di internet, è un terreno fertile di insicurezze, ansia sociale e bassa autostima. La narrazione che i social media portano avanti riguarda l’equazione benessere=denaro=fama=successo=felicità; la quantità ha definitivamente surclassato la qualità, così come il diventare virale ha spazzato via l’importante di portare dei veri contenuti. Inoltre la concorrenza è spietata, per cui chi entra in questa logica non solo deve accettare ondate di insulti e odio fini a se stessi, ma non può mai permettersi di fare un pausa o rallentare, perché questo significherebbe essere dimenticato e spazzato via dal migliaia di altri utenti.

Alcuni giovani, forti di una buona rete sociale e un buon supporto da parte dei genitori e familiari, riescono ad attraversare e superare indenni gli scossoni dell’adolescenza, altri vacillano, altri ancora crollano.

E’ dunque fondamentale per gli adulti imparare ad osservare, ascoltare e supportare i giovani nel loro faticoso percorso di crescita, avendo in mente che in alcuni casi è importante riconoscere che è necessario chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale.

Molti dei problemi che possono insorgere in questa fase di vita così delicata infatti, se non affrontati tempestivamente, possono radicarsi e ingigantirsi sempre di più, diventando poi molto più complessi da affrontare, elaborare e superare.

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