Se i sogni fossero forme d'arte e l'arte un sogno che lascia la sua traccia? Attraverso i sogni e la creazione artistica l'inconscio parla, ma per dialogare bisogna conoscere il suo linguaggio.
Quanto spesso ci è capitato di svegliarci la mattina con il ricordo ancora vivido del sogno appena fatto? Un sogno che nella maggior parte delle volte è confuso, contraddittorio, assurdo, deformato; in una parola: enigmatico. Di quest’ultimo genere fa senz’altro parte un sogno divenuto famoso, in quanto famoso è il suo sognatore: Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, è il titolo per esteso del dipinto che Salvador Dalì ha realizzato nel 1944.
Se, ad uno primo sguardo, l’opera ci appare un insieme confuso di immagini, guardando con più attenzione ogni singolo elemento del dipinto questo ci sembrerà forse ancor più strano e ci farà sorgere ancor più interrogativi. La parte inferiore del quadro è dominata da una donna nuda e da una melagrana con un’ape che volteggiano su uno scoglio spigoloso sospeso nel vuoto; nella parte superiore a sinistra vediamo una grande melagrana spaccata da cui fuoriesce un pesce, dalla cui bocca escono a loro volta due tigri e una baionetta, che sembrano puntare alla donna in modo minaccioso. In altro a sinistra troviamo un altro elemento inusuale: un elefante sembra infatti attraversare il quadro con le zampe che si allungano assottigliandosi sempre di più, come un filo di vetro, portando in equilibrio sulla groppa un obelisco di pietra.
Il Sogno causato dal volo di un’ape sarebbe stato un meraviglioso candidato alla stanza di analisi di Freud se non fosse per il fatto che Dalì ebbe occasione di incontrare il padre della psicoanalisi (in modo informale e non come paziente) solo una volta nella sua vita, anni prima di dipingere quest’opera.
Per non avventurarci nel percorso incosciente delle interpretazioni selvagge, abbandoniamo l’idea di svelare l’enigma inscenato: l’interpretazione dei sogni è bella perché complessa, il sogno è interessante perché è quanto di più intimo un soggetto posso esprimere di sé stesso.
Freud ha il grande merito di aver definitivamente rotto con la conoscenza tradizionale che, a partire dal mondo classico (a parte rare eccezioni tra cui I sogni di Aristotele), passando per i testi cristiani e le credenze medioevali, considerava il sogno come un consiglio o un messaggio inviato dalla divinità per avvisare, ammonire, orientare la vita della veglia del sognatore.
Nel 1900, anno nella pubblicazione de L’interpretazione dei sogni, Freud restituisce al sogno e al sognatore la dignità dell’autodeterminazione: «l’interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica» [1] . I contenuti dei sogni non solo appartengono al soggetto, ma sono la più diretta manifestazione del suo inconscio. Dunque, interpretando i sogni è possibile conoscere l’inconscio del sognatore.
Freud ci dice che i sogni sono «l’appagamento allucinatorio di un desiderio» [1]: la psiche rappresenta un desiderio inconscio attraverso delle immagini che ci appaiono strane per effetto della deformazione onirica, che possiamo definire come l’esito di un insieme di meccanismi di difesa (teneteli a mente!) che mescolano e modificano le scene del sogno. Il lavoro di interpretazione ha come obiettivo quello di tradurre il contenuto manifesto (costituito da tutto ciò che il sognatore ricorda e che è può raccontare all’analista) per svelarne il sottostante contenuto latente, reale depositario del significato del sogno.
Se ti stai domandando quali sono i meccanismi che trasformano il desiderio latente nel contenuto manifesto, ricorda che il linguaggio dei sogni è un linguaggio altro rispetto a quello che utilizziamo quotidianamente per esprimerci: i sogni parlano per immagini e per simboli, il cui significato è dubbio, difficile da cogliere, come circondato da una coltre di nebbia.
Per questo per comprendere il significato di un sogno è necessaria un’interpretazione, una traduzione, una decifrazione delle immagini. Essendo infatti il contenuto inconscio poco gradito alla coscienza, esso per mostrarsi nel sogno utilizza degli escamotages, dei meccanismi. La condensazione, per esempio, trasforma e riassume un’enorme mole di stimoli e significati latenti, in un’immagine o una scena breve, magari un flash, così rapido da sembrare non significativo ma che poi rivela avere insite in sé delle verità inconsce inattese. Lo spostamento è un altro meccanismo onirico che fa sembrare il sogno decentrato: un elemento che nel racconto del sogno è posto in primo piano, potrebbe poi rivelarsi, ai fini dell’interpretazione, del tutto marginale; viceversa, può capitare che un dettaglio di poco valore, magari solo accennato, si riveli poi l’elemento chiave. Inoltre il sogno, come l’inconscio, non segue relazioni logiche di alcun tipo: due elementi che si negano possono convivere, il concetto di tempo e spazio saltano, logico e illogico si sovrappongono e confondono, l’impossibile non solo è possibile ma diventa perfettamente accettato.
Accade anche spesso di sognare delle persone che nel sogno assumono un’importanza inattesa: questo può sembrarci strano, a volte fastidioso. Freud ci viene ancora una volta in soccorso e, senza tanti giri di parole, scrive che «i sogni sono assolutamente egoistici» [1] per cui riguardano sempre e unicamente il sognatore stesso. Dunque, se ci appare una persona estranea, possiamo dire che il nostro io sia celato dietro le sembianze di quella persona, in cui ci identifichiamo a partire da alcuni elementi che spesso solamente attraverso l’analisi e le libere associazioni possiamo definire.
Se il sogno parla per immagini, allora il sogno è in un certo senso assimilabile ad un quadro. Dalì, scegliendo di dipingere alcune scene oniriche che gli si sono presentate, ci ha offerto qualcosa che senz’altro risulta più evocativo ed efficace rispetto all’effetto che avrebbe sortito lo stesso sogno raccontato o scritto.
Proprio come il sogno per il sognatore, possiamo leggere anche l’arte come una manifestazione dell’inconscio per l’artista; inoltre, se da un lato è possibile “sognare” i sogni altrui, fantasticando su di essi e facendosi trasportare dalla propria immaginazione, dall’altro lato possiamo pensare che il nostro inconscio si manifesti dinanzi ad alcune opere d’arte, modificandone la percezione che abbiamo… ma questo è un altro articolo!
[1] Freud, S., (1899), L’interpretazione dei sogni. OSF, vol.3.
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Scritto da Dott.ssa Sofia Bonomi, Psicologa Milano Porta Romana e Brescia
Articolo pubblicato in data 01/10/2020 su Echoraffiche
Dunque si tratta di imparare il linguaggio dell'inconscio per decifrare i sogni !